L’Unitalsi Emiliano Romagnola da Padre Pio

Dal  18 al 20 settembre una  settantina di unitalsiani provenienti da Carpi, Modena, Bologna, Ferrara, Imola, Ravenna e Cesena si sono recati  da San Pio da Pietralcina,  in occasione dell’anniversario della sua salita al cielo.

I pellegrini, guidati  dal magnifico Don Francois, sacerdote di San Bernardino di  Lugo, hanno fatto la  prima sosta  al Santuario dell’Incoronata di Foggia- settimo santuario mariano d’Europa in ordine di importanza – dove si è potuto ammirare l’imponente corona di bronzo dal peso di quaranta quintali e un diametro di dieci metri, sospesa al centro della chiesa. Grande anche l’emozione nel salire i gradini dietro l’altare  avvicinandosi alla Statua della Madonna Nera vestita di seta bianca e oro. Il gesto dell’unzione con l’olio benedetto, impartito durante la Santa Messa,  ha predisposto tutti i partecipanti a continuare il viaggio con fede e speranza.

Arrivati  a San Giovanni Rotondo ci si é subito reso conto come tutti i suoi luoghi parlino di Padre Pio:  dall’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza al  Santuario di Santa Maria delle Grazie, dal  piazzale che confluisce nella maestosa e immensa Chiesa di san Pio, dove l’architettura ha saputo curare l’aspetto liturgico in modo meraviglioso,  ai  corridoi le cui pareti rivestite di mosaici ti avvolgono, per poi arrivare nella cripta che custodisce il corpo del Santo. Un  Santo dei nostri tempi, di casa nostra, un Santo che molti noi invocano e portano nel cuore. Un Santo che, come ha ricordato il Papa: “Ha combattuto il male con umiltà e obbedienza”.

Padre Pio diceva: “prima di recarvi qui da me andate a Monte Sant’Angelo e invocate l’aiuto e la protezione dell’Arcangelo Michele” …e quindi il viaggio dei pellegrini è proseguito verso quella meta.

Affascinante paesino medioevale, Monte Sant’Angelo è nota per la grotta di San Michele, una bellissima cavità naturale profonda oltre cinquanta metri, dove il gruppo, molto ben accolto dalla comunità religiosa,  ha celebrato la Santa Messa. Durante la funzione si è invocata la protezione del capo supremo dell’esercito celeste, degli angeli fedeli a Dio,  considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze del male: San Michele Arcangelo, il cui nome significa “chi é come Dio?”.

Non sono mancati i momenti conviviali, la gioia dello scambio, l’ascolto delle testimonianze di fede,  la collaborazione e l’aiuto reciproco …. emozioni che sono sempre vissute con intensità nelle nostre esperienze di pellegrinaggio.

Un ringraziamento particolare ai  barellieri che instancabilmente hanno spinto le carrozzine nelle faticose salite, a Nicola e ad  Antonio che hanno  accompagnato e che si sono presi cura di tutti  con infinita pazienza e disponibilità.